Ogni anno, durante la primavera, milioni di piccoli granchi rossi emergono dall’umido sottosuolo della foresta che circonda Cuba (baia dei porci) per riprodursi nel mare. Un fenomeno veramente suggestivo da osservare: una scia che emana un odore inconfondibile per gli abitanti del luogo.
Il cerchio della natura si aziona: le uova dei granchi e loro stessi attirano uccelli, pesci e mammiferi affamati. Ma i locali non li mangiano: questi granchi contengono una tossina dannosa. In origine questi granchi (della specie nota scientificamente come Gecarcoidea) vivevano in acqua: l’evoluzione li ha portati sulla terra ma per deporre le uova continuano ad aver bisogno di un ambiente marino.
Il viaggio verso il mare può richiedere giorni e senza dubbio non è privo di ostacoli: questi piccoli animali attraversano anche strade di percorrenza rischiando di venir schiacciati dalle macchine in corsa, lasciando sul terreno una sorta di manto rosso e forando le gomme delle vetture. Senza contare che nelle giornate più assolate alcuni granchi muoiono disidratati. Una volta deposte le uova in acqua i granchi, essendo animali terrestri ormai, tornano sulla terraferma. In mare non potrebbero sopravvivere a lungo.
Cuba non è l’unico posto al mondo dove si può assistere al fenomeno dell’invasione dei granchi rossi. Anche in altre isole dei Caraibi, nel periodo di Natale, i piccoli granchi da terra vanno a deporre le uova nell’Oceano. Non è raro quindi, nei periodi sopra indicate, trovare strade secondarie chiuse per “attraversamento granchi”. E la migrazione dei granchi ha finito così per diventare un’attrazione turistica.