Sospetto avvelenamento di Yasser ArafatYasser Arafat, il leader palestinese morto otto anni fa, potrebbe in realtà essere stato avvelenato. A rivelarlo è un’inchiesta portata avanti da Al-Jazeera, dopo che su alcuni indumenti e oggetti personali (in particolare lo spazzolino da denti e la kefiah) di Arafat sono state rilevate tracce di polonio, la stessa sostanza radioattiva balzata all’attenzione pubblica dopo la morte della spia russa Alexander Litvinenko.

La vedova di Arafat, la signora Suha, ha chiesto di riesumare la salma del marito defunto ed eseguire ulteriori analisi tossicologiche sul suo corpo, ottenendo anche il consenso del Presidente palestinese Abu Mazen.

Lo spettro dell’avvelenamento era già stato accennato all’epoca della malattia di Arafat, al tempo incomprensibile anche per una equipe di 50 medici che provarono a curare il suo inspiegabile deterioramento fisico, avvenuto in modo rapido e improvviso. Il corpo dell’ex leader palestinese è sepolto a Ramallah e secondo Abu Mazen non ci sono ragioni di tipo politico o religioso che possano impedire di riesumare il cadavere. Questa inchiesta portata avanti dalla Tv araba apre nuovi scenari sulla morte di Yasser Arafat e, in generale, sul conflitto tra Israele e la Palestina. Si potrebbe già pensare a un giallo internazionale e ritornare indietro a quell’11 novembre del 2004, giorno del decesso.

A occuparsi degli esami saranno gli esperti dell’Istituto di radiofisica di Losanna, in Svizzera, che la scorsa settimana hanno già confermato la presenza di un alto livello di polonio sugli effetti personali dello storico leader palestinese. Sicuramente passerà diverso tempo tra la consultazione della vecchie cartelle cliniche e i risultati di eventuali esami sulla salma riesumata, ma si tratta di un processo necessario, nella speranza che le prove non vengano ancora inquinate.