Il Nepal e il Tibet sono estremamente affascinanti grazie alle loro bellezze paesaggistiche, alle tradizioni millenarie persistenti e alla collocazione geografica remota che le rende dei luoghi da conquistare. La valle del Marshyangdi è una delle più belle lungo la catena dell’Himalaya, spingendosi da basse quote fino ad oltre 5.000 metri, attraverso mulattiere, boschi, pascoli di yak e con vedute su montagne imperiose come l’Annapurna, il Nilgiri o il Manaslu.
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La difficoltà incontrata nell’affrontare un trekking in questa valle è di livello medio, adatto quindi a chi possieda buone condizioni fisiche, una discreta tenuta atletica e spirito di adattamento. I periodi migliori per una visita sono l’autunno e la primavera.
Uno dei momenti più interessanti di questo trekking è la deviazione verso la remota valle Nar Phu, aperta al turismo solo da pochi anni (dieci per l’esattezza) e quindi ancora perfettamente integra. Questo percorso è caratterizzato da una tipica atmosfera tibetana, che lascia il suo segno in maniera indelebile nell’architettura dei villaggi, come Naar, e nei comportamenti delle persone. Il paesaggio della valle Nar Phu è segnato dalla presenza dell’omonimo fiume e comincia con boschi e foreste per trasformarsi poi negli alti pascoli, dove c’è la possibilità di avvistare le pecore blu. L’attraversamento dei villaggi caratteristici, come Naar o Phu è molto suggestivo, ma è impegnativo a causa dell’altitudine, tra i 4110 ed i 5306 metri e l’assenza di servizi turistici, tanto che si consiglia il pernottamento in tenda. Durante il percorso in discesa, sono da non perdere i due villaggi di Kagbeni e di Jharkot; il primo è conosciuto come Porta del Mustang e permette di raggiungere il Kali Gandaki.