nord corea è morto il leader kim jong-il La Corea del Nord è in lutto nazionale, e ci resterà per ben 12 giorni, a causa della morte del suo leader, il ‘caro leader’ Kim Jong-il, stroncato da un infarto il 17 dicembre, mentre si recava con il treno a una delle sue solite visite di ispezione. Per lui non c’è stato nulla da fare, anche perché il suo cuore era già debole dopo l’ictus che lo aveva colpito nel 2008. Salito al potere nel 1994, successore di Kim Il-sung, aveva 69 anni (anche se fonti russe dicono 70) e la sua morte è stata annunciata pubblicamente dalla televisione; alla notizia la popolazione si è riversata nelle strade a Pyongyang per esternare il suo cordoglio. Non sono mancate scene degne di ogni regime, con immagini che ovviamente non possono essere modificate, ma si sa, in questi casi, oltre a chi si dispera, c’è anche chi vede nella morte di un leader una via d’uscita. Sarà il figlio, il terzogenito Kim Jong-un, a prendere il suo posto e, se da Cina e Russia arriva il cordoglio per la scomparsa del leader, Stati Uniti, Francia, Italia e Gran Bretagna hanno auspicato la possibilità di un’apertura da parte dell’ultimo stato stalinista. E intanto si teme che la tensione possa salire, dopo che la Corea del Sud ha denunciato, proprio in mattinata, lo svolgimento di test missilistici da Pyongyang nelle sue acque territoriali. Mentre è stato chiamato d’urgenza il consiglio di sicurezza, il presidente Lee ha comunque invitato la popolazione a mantenere la calma e proseguire con le proprie attività.