[Overland 12 “Africa”: giovedì 13 maggio] Riprendiamo la marcia di buon mattino con la speranza di raggiungere una strada migliore, in breve tempo capiamo che non sarà così. Ci imbattiamo subito in una zona resa impraticabile dal passaggio di grandi mandrie di bestiame. Rallentiamo notevolmente sempre a causa del Musone costretto al traino.
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Segue un tratto che fra l’erba alta oltre 3 metri ed il fondo estremamente fangoso, ci fa quasi rimpiangere il tratto precedente.
Oltre ai problemi di percorribilità non aiuta certo il fatto che da molti chilometri non esiste più la minima traccia della strada: la sterpaglia ha ricoperto tutta la pianura e nessuno è più passato in questa zona con dei veicoli da parecchio tempo. L’unico indizio lo riceviamo da un cacciatore locale che abbiamo ingaggiato la mattina come terza guida e che percorre questa pianura continuamente essendo il suo terreno di caccia.
Lo stesso cacciatore ci aveva subito avvertiti di fare molta attenzione a causa della presenza in gran numero di leoni e iene. Qualche ora dopo troviamo delle impronte di leone proprio sopra le tracce degli pneumatici del Massif e del Daily che procedono in avanscoperta di qualche decina di minuti. Il ritrovamento genera non poca preoccupazione a tutto il team, in particolare visto che si lavora spesso a terra per disimpantanare i veicoli.
Alla fine dopo interminabili ore di lavoro con il verricello raggiungiamo un tratto di strada asciutto che ci consente di percorrere in tranquillità una decina di chilometri.
Ci informano via radio dai veicoli in avanscoperta che a qualche chilometro dalla nostra posizione c’è un pezzo molto fangoso. Decidiamo dunque di fermarci nella zona asciutta per la notte.
Pochi minuti dopo la comunicazione via radio, comincia un nuovo diluvio che dura parecchie ore e che rende la strada completamente impraticabile.
La giornata però non è ancora finita, il Massif in avanscoperta ha rotto il verricello, ma dopo il diluvio la strada è assolutamente impraticabile. Per proseguire almeno con il Massif sarà assolutamente necessario avere il verricello in ordine, dunque Filippo e Roberto decidono di lasciare a piedi il gruppo di avanscoperta per raggiungere il gruppo accampato a pochi chilometri.
Il terreno è così insidioso che anche camminare risulta quasi impossibile: il fango, come una ventosa, trattiene le scarpe facendole sfilare dal piede. L’unica soluzione è camminare a piedi scalzi.
Le preoccupazioni nel gruppo sono molte, dopo il diluvio il terreno appare realmente impraticabile in più iniziano a scarseggiare le scorte di acqua. Stiamo impiegando molto più tempo rispetto a quanto previsto dalle Guide e dalla Polizia di frontiera.
Alla fine si va tutti a dormire sperando nel nuovo giorno. Filippo e Roberto passano la notte al campo e riprenderanno la marcia, a piedi, prima dell’alba con il cambio per il verricello.