Ricordiamo a tutti i nostri amici lettori che questi diari inediti sono un’anteprima della serie di 8 documentari che andrà in onda su Rai Uno nel 2011
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[O12 – Domenica 13 giugno]
Siamo al 13 di giugno, ancora un contrattempo dovuto ad una serie di manutenzioni sui veicoli ci ha costretti ad uno stop anche per la giornata del 12.
Nonostante il grande lavoro del Customer Care, un veicolo necessiterebbe ancora di qualche lavoro, preferiamo però partire al più presto e decidiamo di trainare il veicolo fino a Khartoum.
Pronti via, ma siamo ben presto fermi a causa del n-esimo inconveniente che si abbatte su questi ultime batutte della spedizione. Dopo aver ritirato i mezzi non siamo ancora usciti da Addis Abeba che dal Trakker in coda alla carovana si stacca una delle ruote di scorta che rotola prima su un taxi per rimbalzare poi su un’auto governativa. Fortunatamente nessuno si fa male. Nella cabina del veicolo gli autisti non si accorgono di nulla ed i rumori del traffico sempre costellati da colpi di clacson rendono vano un eventuale tentativo di avvertirci dell’accaduto.
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Ad oltre 100 chilometri dalla capitale troviamo ad attenderci un posto di blocco. Veniamo informati dell’incidente, il tassista terrà come risarcimento il nostro pneumatico di scorta. Essendo nuovo ma sopratutto Pirelli originale (qui la norma è trovarli contraffatti) lo rivenderà al mercato nero, superando di molto il costo dei danni, tanto che molto probabilmente riuscirà ad acquistare un nuovo taxi.
Il problema però è la macchina governativa assegnata ad un dirigente di polizia. Lui e la macchina arrivano poco dopo al posto di blocco: ci ha rincorso per tutti i 100 chilometri con la macchina danneggiata sul paraurti.
Questo poliziotto da l’ordine ai colleghi di arrestare i responsabili. Conosciamo la prassi, urla e minacce per intimidire la controparte. Filippo, a capo della spedizione, attende tranquillamente la fine della piazzata per quantificare i danni e rimborsare il poliziotto. Una volta ottenuto quanto dovuto la situazione muta completamente, tanto che con grandissima cordialità i poliziotti ci scortano fino al limitare della loro giurisdizione facendoci recuperare il tempo perso.
Proseguiamo la nostra marcia sull’altopiano etiope che mostra, pur nella sua ruralità, un certo stato di benessere. Non vediamo la grande povertà ed arretratezza riscontrata invece in tante ltre situazioni incontrate nel nostro lungo viaggio.
A metà della giornata inizia la discesa nella profonda gola dove scorre il Nilo blu. Ci aspettano quasi 1000 metri di dislivello da risalire poi quasi per intero. I mezzi faticano ma l’emozione di attraversare il Nilo ripaga gli sforzi. Si fa apprezzare anche il ponte che attraversa il Nilo blu, un’imponente opera ingegneristica con pochi simili qui in terra d’Africa.
La giornata volge al termine e ancora lontani dalla destinazione finale. Un gruppo decide di andare in avanscoperta per riservare le camere mentre il resto della carovana, incluso il veicolo al traino, si prendono il tempo necessario.
Arriveremo a notte fonda, distrutti, ma soddisfatti di aver raggiunto la meta prefissata.