[O12 – Giovedì 27 Maggio] Di buon mattino cerchiamo di rimetterci in marcia anche se la situazione è veramente complessa. Davanti a noi una vasta zona paludosa creata da un piccolo rivo che scorre qualche decina di metri più avanti.
Il camion Mensa prende una grande rincorsa e riesce a passare oltre nonostante alcune manovre che ci hanno tolto il fiato per il rischio che rimanesse impantanato.

Ora bisogna far oltrepassare questa zona al Musone Dormitorio rotto ma il cavo del verricello non è abbastanza lungo per attraversare i due capi della  piccola palude.
Con una soluzione da non prendere ad esempio (unire funi di ogni tipo, barre e quant’altro) riusciamo a congiungere i due camion. Ormai i nostri pensieri e i nostri sforzi sono tutti rivolti ad uscire da questa disastrata valle dell’Omo River e in mancanza di altre possibilità, anche soluzioni a dir poco naif come questa devono essere perseguite.

Grazie anche al prezioso aiuto di alcuni locali provenienti dal villaggio vicino, riusciamo a tirare tutti i veicoli al di la del fiume e ci rimettiamo finalmente in viaggio.

Alla gola arsa dalla sete ed ai crampi dalla fame ormai non facciamo più caso, ma le forze cominciano a mancare. Sappiamo tuttavia che Andrea e Roberto arrivati con il Massif e Daily al villaggio bandiera la sera scorsa ci stanno facendo preparare da mangiare della carne fresca alla brace. Una certezza che funziona perfettamente come sprono per continuare.

Quando orami mancano pochi chilometri al villaggio c’è ancora da superare un enorme pantano di fango creato dai pascoli di mucche delle popolazioni locali. Un terreno disastrato che mischia senza possibilità di distinzione parti asciutte e parti in cui i nostri mezzi sprofondano pericolosamente.

Nonostante diverse peripezie riusciamo a raggiungere il villaggio senza grandissimi problemi. Qui grazie all’ospitalità degli abitanti, mangiamo la tanto desiderata carne alla brace, facciamo scorte di acqua piovana raccolta dal tetto dell’edificio centrale (che è il comando della polizia) e dopo un’oretta ripartiamo.

L’idea è quella di uscire dalla zona paludosa entro sera. Purtroppo non sarà così e infatti pur con l’impegno estremo di tutti i componenti ci fermiamo davanti a una grande buca. Solo il Massif riesce a passare dall’altro lato sfondando qualche albero ma rovinando il terreno dietro di se. Non ci resta che far proseguire il veicolo, a bordo uno di noi e la guida, per cercare un camion da usare come supporto per oltrepassare questa voragine.

Siamo nuovamente separati. Andrea e la guida si dirigono al villaggio che non dista più di 70 chilometri. La strada completamente asciutta solleva gli animi di tutti. Si trova anche il camion ma fino al mattino successivo non si muoverà. Non ci resta che coricarci per la notte fiduciosi nella prossima giornata.