orso bruno a chernobylÈ dal 1986 che Pripyat (la cittadina in prossimità della centrale di Chernobyl) è disabitata, ma era da oltre un secolo che qui non si vedevano più orsi bruni; oggi, causa assenza dell’uomo da più di trent’anni, sono ricomparsi i primi esemplari di plantigradi.

L’orso bruno è stata fotografato da una fotocamera automatica presente nella “exclusion zone”, l’area ancora interdetta e sotto studio per valutare gli effetti delle radiazioni su umani, piante e animali. Il gruppo di ricerca che si occupa di Pripyat si chiama TREE (Transfer, Exposure, Effects) ed è inglese; è stata la loro fotocamera ad immortalare l’orso per la prima volta dopo cento anni a Chernobyl.

Così come sta accadendo per la natura circostante, particolarmente viva e rigogliosa, allo stesso modo l’assenza di invadenti e pericolosi esseri umani ha riportato nella zona specie che sembravano estinte. Oltre agli orsi, infatti, sono stati avvistati anche cavalli, lontre, cinghiali, lupi e alci. Il capo progetto Mike Wood, dell’Università di Salford, ha rilasciato un’intervista a BBC News, affermando di basare il lavoro del team sulla supposizione che lo spostamento di essere umani (e delle loro pressioni sull’ambiente) sia utile a rimuovere il disturbo che tiene lontani molti animali, soprattutto se selvatici.

Il programma di ricerca TREE ha l’obiettivo di ridurre l’incertezza nella stima dei rischi, per gli umani e gli animali sottoposti a radiazioni, e la prudenza eccessiva nel calcola del rischio. Gli studiosi si concentrano su tre differenti aree con diversi livelli di contaminazione, in modo da ottenere una panoramica ampia sulle specie che vengono avvistate nella zona di esclusione. Questa prima fase del progetto durerà fino al tardo 2015.

 

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