Alle 8.00 partiamo per Vakifli, a circa un’ora da Antakya. Ad accoglierci in questo villaggio costituito da 30 case in tutto ci sono delle signore e il sig. Cem Capat – veterinario della zona e direttore della fondazione armeni di Vakifli. Questo villaggio è l’ultimo villaggio armeno di tutta la Turchia, dove le persone ancora parlano la loro lingua e seguono le loro tradizioni. In tutta la Turchia infatti ci sono molti Armeni che vivono ovunque (a Istanbul c’è ad esempio un quartiere armeno, ma di fatto essi vivono insieme ai turchi e molti si sono anche convertiti all’Islam).
Qui vivono oramai solo 30 famiglie per un totale di 135 abitanti. Visitiamo una casa tipica e ci spiegano che la maggior parte del tempo lo passano all’esterno della casa, nel patio, le stanze effettivamente sono molto semplici con la camera e la cucina. Ci spiegano che in passato vivevano di agricoltura, poi con il tempo il lavoro è diminuito e quindi molti abitanti sono emigrati ed ora tornano qui solo per le vacanze. Oggi si sta cercando di sviluppare il turismo, per cui, soprattutto le donne, producono oggetti di artigianato e prodotti locali biologici, come marmellate o aceto e hanno aperto delle camere per ospitare i turisti. Ci offrono arance e noci sciroppate che assaggiamo volentieri.
Visitiamo anche la piccola chiesetta della Vergine che purtroppo non possono aprirci perché non c’è il parroco.
Gli armeni arrivarono in queste zone nel XI secolo dc quando i turchi selgiuchidi invasero gli altipiani armeni costringendo gli abitanti della zona a scappare verso sud in particolare tra i Monti Tauri e lungo la costa del Mediterraneo dove fondarono il regno di Cilicia (la piccola Armenia). Qui prosperarono grazie alla posizione strategica, lungo la rotta del commercio e addirittura il latino e il francese divennero le lingue nazionali. Questo piccolo regno durò per 3 secoli, poi distrutto dai mamelucchi d’Egitto.
Da qui ci spostiamo nella zona di Cevlik per ammirare il Titus ve Veslopasiyanus Tuneli, una imponente opera di ingegneria fatta costruire dagli imperatori romani Tito e Vespasiano per poter dirottare le acque del fiume nei periodi di pioggia evitando così le inondazioni della città. Tutto lo scavo è lungo circa 1,3 km, ed è una sorta di canyon tra due pareti di roccia. Il tunnel vero e proprio è lungo 130mt, alto 7mt e largo 6mt.
È il tunnel scavato a mano dall’uomo più lungo del mondo
Scopriamo che questo luogo è meta di molti turisti turchi, non solo perché si tratta di una stupefacente opera edilizia ma anche per la particolarità del luogo nel suo insieme con le suggestioni che creano i giochi di luci e ombre e il canyon in cui si cammina tra alte pareti verticali. Oltre al tunnel romani proseguendo la passeggiata si arriva a una piccola necropoli con diverse tombe scavate nella roccia carsica. Di queste, 12 (definita anche tomba della culla) si suppone siano romane ed in particolare della famiglia di un governatore. Le altre invece sono del periodo bizzantino.
Rientriamo ad Antakya per un ultimo giro nella parte vecchia e un pranzo a base di doner kebab prima di salire in auto e partire alla volta di Gaziantep dove arriviamo alle 9 di sera.
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