La giornata di oggi sarà dedicata alla scoperta di Terceira con un mezzo che ci è piuttosto familiare: il fuoristrada! Certo non sarà come viaggiare nei deserti africani ma ci permetterà di goderci i panorami dell’isola abbandonando le strade asfaltate e scoprendo sentieri meno battuti.
Iniziamo l’avventura di questa mattina attraversando le strade di campagna circondate da campi popolati da innumerevoli mandrie di mucche. Avevamo sentito dire che alle Azzorre si contassero tre mucche per ogni abitante e dopo esserci stati non possiamo che confermare questa diceria! Ci dirigiamo a questo punto verso Serra do Cume, una cima dove svettano numerose pale eoliche. Da questa sommità possiamo scorgere l’enorme cratere del vulcano che raggiunge i 7km di diametro. All’interno della vasta gola avvistiamo case e ampie distese di campi coltivati.
Ci prepariamo ad affrontare un nuovo percorso off road all’interno di una fitta vegetazione. Un percorso accidentato e fangoso ci fa stallonare una ruota in mezzo alla foresta: subito la nostra memoria ci porta a ricordare le nostre disavventure passate in Africa che ci avevano fatto cambiare fino a 10 gomme al giorno! Montata la nuova ruota grazie all’intervento di Simone, riprendiamo il nostro percorso alla scoperta della giungla di Terceira.
Si avvicina l’ora di pranzo e la fame inizia a farsi sentire, così ci avviamo verso una zona rurale dove dei locali ci invitano per offrirci il piatto tipico di Terceira: l’Alcatra. Si tratta di un piatto povero, realizzato con gli scarti della carne, quelle parti più grasse e dure che normalmente non vengono utilizzate. La cottura del piatto, che richiede numerose ore, al contempo permette di scaldare le case che qui non prevedono il riscaldamento. Il piatto si compone di carne di tagli diversi, vino rosso, vino bianco, strutto e numerose spezie.
A proposito di spezie: tutti ci tengono a precisare che le spezie sono considerate prodotti locali e ribadiscono che qui sono arrivate prima di qualunque altro posto in Europa. Di ritorno dalle indie tutte le navi passavano da qui e condividevano i prodotti importati dalle terre lontane.
Dopo una pausa pranzo deliziosa, ci rimettiamo in marcia. In prossimità della nostra meta Filippo riesce nell’intento di smarrire tra le frasche a 15m di altezza il nostro DRONE: dopo diverse chiamate entriamo in contatto con un esperto arrampicatore che con imbrago e corde riesce a raggiungere e recuperare il nostro disperso. Per concludere la giornata al meglio e aiutarci a dimenticare le nostre piccole disavventure ci concediamo un bagno al tramonto nelle piscine naturali di Biscoitos, create tra le pietre laviche. Il nome biscoitos deriva dal colore delle pietre laviche che ricorda i biscotti bruciati!
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