Ov22 Day25: alla scoperta di Mardin

17/07/2021

FilippoTenti-overland.org.Ov22-turchia07

Questa mattina con calma prepariamo le valigie, andiamo a ritirare i nostri Covid-test (negatif) e iniziamo la visita di Mardin.

Andiamo alla Kasimiye Medresesi, una bella costruzione risalente alla seconda metà del 1400. Il nome deriva da Akoyurlu Kasim che terminò i lavori nel 1502. L’acustica è fatta in maniera tale che leggendo il corano all’interno si potesse sentire ovunque.

Non era comunque solo una scuola coranica ma una università in cui si studiavano la scienza e la medicina perché bisognava studiare la religione per lo spirito e la scienza per la mente. Particolarmente interessante è il cortile con la fontana a rappresentare la vita: l’acqua che nasce dalla parete e scorre fino alla vasca rappresenta le varie fasi della vita: la nascita, l’infanzia, la gioventù, l’età adulta e la morte.

Un’altra caratteristica sono le porte delle aule particolarmente basse che servivano affinché lo studente per entrare si abituasse ad inchinarsi (dal momento che era costretto a farlo ogni volta che entrava e usciva dall’aula). Riusciamo anche a salire sulla terrazza da cui si ha una bella vista sulla vallata di fronte e sulle particolari cupole di questa madrasa.

Passiamo poi alla scoperta del centro storico di Mardin con i suoi minareti che spuntano del dedalo di vicoletti e i resti dell’antico castello che dominano la città vecchia con le sue case color miele che degradano lungo il fianco della collina. Il bazar si estende proprio tra questi vicoli in maniera piuttosto disordinata.

Passeggiando per le vie della città ci imbattiamo in un’enoteca e Filippo per lo stupore e la curiosità decide di entrare. Il vino in Turchia è per tutti noi una stranezza.

L’enoteca è minuscola e ci accolgono due ragazzi di origini siriache. I siriaci vivono da sempre in queste zone e hanno ereditato la tradizione del vino dagli abitanti che da sempre vivevano in Mesopotamia, in particolare nella fertile mezzaluna. Ci sono diversi vitigni primitivi e selvatici e il migliore è quello denominato “vitis vinifera”. I paleobotanici hanno trovato nella fertile mezzaluna, tra le montagne del Taurus e quelle del libano, viti risalenti a 7000 anni fa. Questo mostra che nella zona dell’altopiano del Tur Abdin, cuore della comunità ortodossa siriaca in Turchia, si coltiva la vigna da secoli. Assaggiamo il loro vino e ci spiegano che è fatto con 2 vitigni: 90% Bogarkale e 10% Okurhoru; è un vino equilibrato che sa di frutti rossi e vaniglia, anche se l’alcol si fa sentire. Le uve usate sono di qualità e Filippo dopo averlo assaggiato ne compra una bottiglia.

Con questa ultima e unica esperienza, il nostro viaggio in Turchia termina qui.

Andiamo in aeroporto per prendere il volo della Turkish Airlines per Istanbul! La notte la passeremo nella lounge dell’immenso aeroporto di Istanbul. Prendiamo un posto nella sala cinema dove ci sono delle comode poltrone allungabili, mangiamo qualche cosa dal buffet e ci facciamo una doccia in attesa del nostro volo domani mattina.