Oggi sveglia all’alba per prendere il traghetto che ci porterà in una nuova Isola: Fajal. Prima di riuscire a salire sul traghetto ci imbattiamo nella meticolosità associata alla calma che caratterizzano l’approccio degli azzorriani a ogni questione. Roberto aveva dimenticato il documento in albergo, purtroppo per salire sul traghetto questo era indispensabile. Abbiamo fatto molta confusione iniziando a tirare fuori tutti i documenti e le tessere che avevamo per confondere il bigliettaio molto pignolo. Riusciamo a ottenere tutti i biglietti ma per poter salire sul traghetto occorre esibire il biglietto assieme al documento: insceniamo nuovamente il siparietto delle 3 carte e finalmente riusciamo a salire sul traghetto. Anche questa avventura si è conclusa a nostro favore: possiamo tirare un sospiro di sollievo…. Fino al ritorno!
Faial ci accoglie con un tempo grigio e minaccioso ma non ci facciamo troppo scoraggiare, del resto tutti ci avevano avvertiti che il clima azzorriano è caratterizzato da molti acquazzoni, altrimenti non si spiegherebbero queste distese verdi a perdita d’occhio! La prima tappa di oggi sarà il tampone: per tenere il covid sotto controllo tutti i turisti sono obbligati a fare un tampone ogni 5 giorni di permanenza sull’arcipelago! Almeno questo è gratis! Sbrigate le pratiche dei tamponi in un’oretta possiamo finalmente iniziare l’esplorazione di FAIAL: l’isola più a Ovest dell’arcipelago e vera porta di ingresso dell’Europa. Ci dirigiamo verso la CALDEIRA. Appena arriviamo ci ritroviamo in cima al cratere di un vulcano spento all’interno del quale si trova un vulcano più piccolo. Per godere meglio di questo luogo ci incamminiamo lungo il sentiero che corre lungo tutta la cima. Purtroppo il meteo non è clemente e raffiche fortissime di vento ci danno la sensazione di prendere il volo a ogni passo! Noi non ci lasciamo scoraggiare e portiamo a termine l’’anello di 8km che ci riporta al nostro veicolo.
Senza perdere tempo e con grande curiosità ci avviamo verso la seconda tappa di oggi: il VOLCANO DO CAPELINHOS. Speravamo che il meteo ci lasciasse un po’ di tregua ma purtroppo la fitta coltre di nubi non ci abbandona nemmeno qui. Oggi siamo un po’ sfortunati ma le nostre speranze per un miglioramento del meteo non erano mal riposte. Le Azzorre infattinsono conosciute per avere un clima molto variabile e si possono osservare fenomeni meteorologici opposti nel giro della stessa ora. La località in cui ci troviamo adesso non esisteva prima del 1957, è stata creata grazie a un’eruzione vulcanica che si è prolungata per un anno intero. Questa distesa di rocce laviche ha allungato l’isola di ben 2 chilometri! Il paesaggio qui è spettacolare: rocce stratificate si interrompono in crateri e poi si gettano a picco sull’oceano. Se fosse stato bel tempo i nostri piani prevedevano un bellissimo trekking in mezzo alla folta vegetazione che dopo diverse ore di camminata termina in questo paesaggio brullo che ora ci circonda e che ci pare lunare. Con il sole avremmo potuto apprezzare meglio i colori che qui alle azzorre sono più intensi che altrove: l’azzurro del cielo, il verde della vegetazione, il blu intenso del mare e il color corvino delle rocce laviche.
Il nostro tempo a Faial sta volgendo al termine, concludiamo la visita dell’isola facendo due passi per HORTA: città principale dell’isola dove si trova il porto. La città ha assunto grande importanza perché qui si reclutavano i balenieri nell’ 800. Il porto inoltre è noto in quanto come specificato prima, chiunque intraprendesse e intraprenda tuttora una rotta atlantica verso l’Europa si imbatte in Faial e si ferma qui per i rifornimenti. Nel porto ci lasciamo incuriosire dai numerosi Murales che corrono lungo tutte le mura perimetrali e le banchine: ci raccontano che i marinai che arrivano dopo lunghe traversate realizzano questi murales per ricordare le lunghe tratte atlantiche che li hanno portati fino a qui. Su ogni realizzazione possiamo infatti scorgere il nome della barca, i membri dell’equipaggio, la provenienza e l’anno della traversata. Ci divertiamo a immaginare le avventure che devono aver affrontato questi marinai negli anni passati. Si è fatto tardi ed è ora di far rientro a Pico dove ci attende un’ottima cena a base di pesce!
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