Ov22 Day6: movimenti dal sottosuolo

26/06/2021

©FilippoTenti-overland.03.3

Oggi è tempo di spostarsi: ci svegliamo all’alba per volare verso l’ultima isola della nostra avventura. Dopo mezz’ora di aereo eccoci atterrati a Sao Miguel. Ci troviamo nella più grande isola dell’arcipelago dove abita la maggioranza della popolazione delle Azzorre. E’ curioso pensare che inizialmente ci fossero due isole distinte e grazie al movimento delle placche sottostanti queste si siano unite circa 50mila anni fa. Ci raccontano che il sottosuolo in continuo movimento potrebbe portare all’avvicinamento di altre isole. Ci rechiamo subito in uno dei luoghi più spettacolari dell’Isola: Lagoa Das Furnas. Da una parte troviamo uno splendido lago, dall’altro possiamo osservare una moltitudine di gole fumanti da cui fuoriescono gas e vapore acqueo. In questo luogo si ha davvero la sensazione che qualcosa ribolla e ci sia una forte attività nelle profondità del terreno che stiamo calpestando. Questi condotti infatti portano fino al magma. Nonostante l’odore acre che caratterizza questo luogo dove la terra sobbolle, il nostro stomaco ci ricorda che è l’ora di pranzo e veniamo attratti da un’area recintata dove dei cumuli di terra nascondono delle pentole immerse nel terreno.

Scopriamo così che in queste zone l uomo sfrutta l’energia della terra per la cottura delle pietanze. Il piatto che viene cucinato in questo modo è chiamato COZIDO. Si tratta di un vero e proprio bollito: verdure e carne vengono lasciate cuocere per 6 ore in una pentola inserita all’interno di cavità ricavate in questo terreno ribollente. Questa località è conosciuta anche per i numerosi trekking che presenta e molti escursionisti cercano di unire la cucina allo sport: mettono a cuocere la pietanza di prima mattina, si dedicano a qualche ora di passeggiata e al loro rientro possono rifocillarsi con un ottimo pranzo! Anche noi abbiamo mangiato un buonissimo cozido ma senza aver fatto nessuna passeggiata per meritarcelo 😉

Terminato il nostro ottimo pranzo proseguiamo verso CHA’ GORREANA, un’azienda che si occupa della coltivazione e della produzione di Tè. Non ci aspettavamo di imbatterci in piantagioni di tè in Europa, non avevamo tutti i torti a sorprenderci perché si tratta di una rarità! Qui è possibile la coltivazione di questa pianta grazie al clima particolare che può vantare l’isola. Ci sono delle ragioni ben precise per cui questa coltura tipicamente asiatica sia stata insediata anche qui. Le Azzorre nell’800basavano la loro economia sulla coltivazione ed esportazione delle arance. Gli inglesi insediatisi sull’isola erano i proprietari di queste coltivazioni, al fine di abbellire le loro proprietà e mostrare la propria ricchezza iniziarono a importare ogni genere di pianta e fu così che si insediò anche un parassita che causò lo sterminio di tutte le piantagioni di arance. In seguito a questo pesantissimo disastro e a causa dello sviluppo della produzione delle arance in Italia e Spagna dove i prodotti venivano venduti a un prezzo più competitivo, al fine di risollevare l’economia locale si optò per l’introduzione di nuove coltivazioni. Grazie alla ricchezza della terra e ai microclimi presenti sull’isola le nulve colture poterono prosperare: fu così che tè, maracuja e ananas qui iniziarono ad acquisire grande rilevanza per l’economia. Iniziamo la nostra visita dalle piantagioni che sono in una posizione incredibile: le distese verdi di tè si perdono a vista d’occhio e terminano in una scogliera a picco sul mare. Proseguiamo con la visita della fabbrica di tè dove scopriamoci che la produzione viene realizzata con dei macchinari antichi tenuti a regola d’arte. La giornata volge al termine, siamo stanchi ma come sempre ci siamo riempiti gli occhi di meraviglia anche oggi!

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