Gilgit-Baltistan attacco terroristicoSecondo le prime stime sono almeno dieci gli alpinisti stranieri uccisi nei pressi del campo base himalayano Diamir del Nanga Parbat nel Gilgit-Baltistan, in Pakistan. Al momento sono in corso le operazioni coordinate di polizia e militari per cercare di recuperare molti altri scalatori minacciati da atti terroristici.

Gli alpinisti uccisi sono quattro ucraini, due slovacchi, due cinesi e un lituano e uno statunitense. L’attacco è avvenuto nella notte di sabato e ha lasciato un solo sopravvissuto, un cittadino cinese. La polizia sta cercando di sigillare l’area per intensificare la caccia al commando che potrebbe continuare a colpire altri turisti o persone del posto.

Questo episodio minaccia seriamente lo sviluppo turistico della zona, già in forte crisi. A rivendicare l’attacco è stato un gruppo affiliato ai Talebani, Jundul Hafsa, per vendicare un attacco delle forze americane con droni, durante il quale è stato ucciso un importante esponente dei Talebani, Waliur Rehman. La zona in cui è avvenuto l’attacco, il Gilgit-Baltistan, era da anni considerata sicura, anche se ultimamente si era notata una recrudescenza negli attacchi di gruppi militari armati contro la minoranza Shia del Pakistan. Nonostante gli avvisi diramati dalle forze dell’ordine, diversi alpinisti e scalatori hanno proseguito il loro viaggio verso il Giglit-Baltistan, le cui bellezze naturali, condivise da Cina e Kashmir, rappresentano il punto di forza della regione. Il Nanga Parbat è la nona cima più alta del mondo con i suoi 8125 metri.