Il pinguino africano è una delle specie di volatili più a rischio estinzione a causa della sua fragilità e della continua minaccia dell’uomo, colpevole di uccidere, sia direttamente che indirettamente (con pesca ed estrazione di idrocarburi) un numero sempre maggiore di esemplari.
Per fortuna, dopo tanti sforzi, è nato il The African Penguin and Seabird Sanctuary presso l’isola sudafricana di Dyer, dove vive una folta colonia di pinguini africani. L’isola è già una riserva marina protetta, nella quale vivono 29 specie di uccelli e il centro appena sorto deve gran parte degli sforzi alla caparbietà e alla passione di Wilfred Chivell, che ha lavorato per anni al progetto.
Li abbiamo visti da vicino in Overland 12, ricordi? >>
La necessità di avere a disposizione un centro di recupero per volatili fragili come il pinguino africano è nata quando l’azione dell’uomo ha provocato i primi incidenti, con esemplari trovati sulle spiagge morti o con ferite di diversa entità. Ma, mentre le condizioni meno gravi potevano essere trattate direttamente nella cittadina di Gasbaai, quelle più critiche necessitavano di strutture adeguatamente attrezzate, la più vicina delle quali si trovava a Città del Capo, ad oltre due ore e mezzo di auto. Durante il tragitto era quindi frequente che molti pinguini morissero o peggiorassero in maniera irreversibile, le proprie condizioni. Il The African Penguin and Seabird Sanctuary è una tappa di sicuro interesse per chi visita il meraviglioso Sudafrica.