Il Convegno sulle specie migratorie, tenutosi in Ecuador, ha stabilito le nuove specie da mettere sotto protezione e quali invece da preservare con ulteriori sforzi. Nel primo caso troviamo 21 tipi di squali, razze, la balena dal becco d’oca e il pesce sega, mentre alla seconda categoria appartengono gli orsi polari, presenti in 31 specie diverse.
A proteggere questi mammiferi ci saranno oltre 100 paesi, che hanno accolto la richiesta della Norvegia a unire gli sforzi per salvare i circa 20.000 – 25.000 esemplari di orsi rimasti e minacciati ogni giorni dallo scioglimento dei ghiacciai, dalle esplorazioni artiche in cerca di olio, dai cacciatori e da qualsiasi altra circostanza.
I Paesi aderenti all’iniziativa ambientalista intrapresa durante il convegno in Ecuador, dovranno quindi lavorare insieme per realizzare piani di conservazione e garantire una ripopolazione degli orsi. La dottoressa Masha Vorontsova, direttore di International Fund for Animal Welfare Russia, ha dichiarato di essere felice nel vedere come gli orsi polari siano rientrati in una lista di priorità per quanto riguarda la protezione di specie a rischio. E ha aggiunto che la presenza di oltre 100 paesi è importante per il riconoscimento delle minacce che gli orsi polari affrontano ogni giorno, a causa dell’inquinamento, della caccia e di molti altri processi lucrativi.
Un punto di partenza di grande valore, ma sicuramente non un punto di arrivo perché, come conclude la dottoressa, il grado di priorità per i plantigradi è II, quindi non in grado di assicurare il massimo livello di protezione.