– Puntata 9 –
Overland 18 – Dalla Turchia all’Italia
Transitiamo velocemente nella delicata zona delle centrali nucleari, dichiarate essere costruite per motivi civili ed energetici: non possiamo fermarci nemmeno per un paio di riprese, verremmo sicuramente arrestati. Stiamo visitando l’Iran durante il Ramadan, il periodo di digiuno religioso in cui non si mangia dal levar del sole al tramonto. Non essendo Musulmani, preferiamo concederci un lauto pranzo in piena campagna, lontani dalla civiltà. La città capitale Teheran con 13.000.000 di abitanti è il più grande centro urbano e fulcro nevralgico della nazione. Già al tempo di Gengis Khan era nota, ma non era la città dominante. La città ha 3 Università e numerosi centri di sperimentazione per tutte le discipline scientifiche. I giovani rappresentano la maggioranza della popolazione, molto portata al dialogo specialmente con gli stranieri. Davanti al palazzo dello Scià e all’Ambasciata Americana raccontiamo come il Paese sia arrivato alla rivoluzione religiosa iraniana guidata dall’Ayatollah Khomeini.
Il lago Urmia completamente evaporato per colpa delle attività agricole ha lasciato una superfice salina che ha inaridito tutto l’ambiente circostante. Un déjà-vu che ci ricorda il Lago Aral visitato nella puntata 3 di questa stagione Overland18. Arriviamo a Tabriz durante la festa per la ricorrenza della morte di Khomeini, celebrata nel rispetto delle regole coraniche del Ramadan: fino a sera niente cibo per nessuno. I mezzi pubblici hanno regole ferree: le donne possono salire solo nella parte posteriore, mentre gli uomini dalla porta anteriore. Entriamo in Turchia: la mole del Monte Ararat ce lo aveva annunciato in lontananza, e ora ci sovrasta e affascina. Siamo diretti in Cappadocia per visitare il parco di Goreme, dai famosi pinnacoli e dalle caverne rocciose al cui interno hanno vissuto per migliaia di anni le popolazioni locali. Istanbul ci affascina come sempre e dall’alto della torre Galata costruita dai Genovesi ammiriamo i due continenti Europa e Asia quasi toccarsi, divisi dallo Stretto del Bosforo, diverse religioni e diverse culture. La veloce corsa passando par Macedonia, Kosovo, Albania, Montenegro, Croazia, Slovenia ci porta in Italia a Verona, dove finisce questa nuova sfida di Overland, compiuta con grande successo come le precedenti.
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Ecco la notizia tanto agognata: i nostri veicoli sono arrivati e possiamo proseguire il viaggio verso l’Iran. Dalla base militare Italiana a Herat che ci ha ospitato in questi giorni di attesa, si alzano in volo due elicotteri Mangusta, e ci segue una scorta militare afghana di terra per proteggere il nostro transito durante l’insidioso percorso fino al confine.
Superata la dogana Iraniana, la nostra Stefania può tornare a guidare il suo veicolo: anche l’Iran è un Paese musulmano ma non vieta alle donne la guida. La spedizione si ritrova a Mashhad, città sacra per eccellenza, con una moschea che può contenere 500.000 persone e una serie di strutture religiose e di accoglienza. La più estesa nel Mondo.
Un’oasi alle porte del deserto di Dash-e Kavir ci accoglie tra gustose frittelle, caratteristiche bambole e un allevamento di dromedari, in attesa di un avvincente off-road tra le dune sabbiose.