ranaI rospi e le rane vivono in tutti i continenti, eccetto che in Antartica, divisi in 24 famiglie e oltre 4.000 specie. Sono delle presenze discrete ma vitali per l’ecologia, e la loro perdita contribuirebbe ad un fenomeno moderno che gli ambientalisti chiamano cascata tropicale.

Spieghiamo quello che accadrebbe: prendiamo come riferimento una foresta del Sud America, con le rane al loro centro. Loro vivono in un delicato equilibrio con altre nove specie, cioè le lucertole, gli alberi da mango, le formiche che si nutrono di mango, le scimmie, i maiali selvatici, i gufi, le vespe, le zanzare e un parassita microbico. Le rane si riproducono nei pressi delle sponde dei fiumi, nelle pozzanghere create da rotolamenti dei maiali selvatici. Nello stesso punto si riproducono anche le zanzare e il parassita che trasmettono infetta le scimmie che mangiano il mango; fortunatamente i girini mangiano le larva di queste zanzare e riducono decisamente il pericolo per le scimmie.

Ancora, le lucertole mangiano le formiche e le vespe che fanno il nido nei buchi degli alberi. Nel momento in cui i maiali vengono cacciati e uccisi dall’uomo, non si creano più le pozzanghere per far riprodurre le rane, per cui le zanzare sono libere di proliferare e di infettare le scimmie con i loro parassiti. La reazione a catena che si genera, la famosa cascata tropicale, si verifica come segue: meno scimmie significa meno escrementi che concimano gli alberi di mango, quindi meno formiche che si nutrono di questo frutto e meno cibo per le lucertole. Senza lucertole le api si riproducono senza problemi e nidificano negli alberi togliendo spazio ai gufi, costretti a volare via.

Senza le rane, quindi, delle nove specie iniziali, ne restano tre, ovvero le vespe, le zanzare e i loro parassiti.