Il progetto di chiama Ocean Cleanup ed è stato realizzato da un ragazzo di 19 anni olandese, Boyan Slat: il suo obiettivo è quello di trovare fondi, tramite una piattaforma di crowdfunding, per 2 milioni di dollari, di cui oltre il 64% è già stato ricavato.
Il progetto sembra incredibile, se si pensa che da sempre ripulire il mare dalla plastica è considerata una missione impossibile, soprattutto dal punto di vista dei costi. 2 milioni sembrano quindi bruscolini in questo contesto, ma il giovane Boyan ha presentato anche un report di 530 pagine a sostegno della sua tesi, che ha giù attirato l’attenzione di molti investitori.
Il sistema da lui inventato prevede delle braccia flottanti molto lunghe installate sul fondo del mare e in grado di raccogliere i residui di plastica; le braccia sarebbero un’installazione permanente, che garantirebbe al mare la possibilità di auto pulirsi. Il concetto non è poi troppo complesso: si fa utilizzo delle naturali correnti oceaniche e dei venti per portare, passivamente, la plastica verso le piattaforme di raccolta; qui, invece di utilizzare reti e barche per rimuovere la plastica dall’acqua, si realizzano solide barriere galleggianti per evitare che entri in contatto con la vita marina.
Nel suo rapporto sono ovviamente inclusi tutti i passaggi tecnici e scientifici, e sembra che la fattibilità del progetto Ocean Cleanup sia molto alta. La ricerca è stata infatti condotta da un team di oltre 100 esperti, per lo più su base volontaria. Il prossimo passo è quello di realizzare e testare il sistema, non appena vengano raccolti i fondi sufficienti. Secondo le stime di Boyan, circa la metà della plastica che infesta gli oceani potrebbe essere rimossa entro i prossimi 10 anni.