L’approvvigionamento di energia è uno dei principali problemi legati alla nostra economia; importiamo gas ed energia elettrica, con il conseguente aumento dei prezzi. Pneus, un’azienda con base a Milano, è un modello di virtuosismo per quanto concerne il recupero di materiali di scarto, i pneumatici su tutti.
Secondo il rapporto di eco sostenibilità rilasciato dall’azienda, con circa 250 mila tonnellate di rifiuti dannosi e pericolosi è possibile ottenere un quantitativo di energia tale da soddisfare il fabbisogno di una città di 90 mila abitanti. Un risparmio di 3,2 Kw/h, riduzione di 347 mila tonnellate di emissioni, con un notevole abbassamento delle materie prime importate di ben 110 milioni.
Cifre importanti, quasi sbalorditive, ma al tempo stesso realistiche, perché Pneus recupera davvero pneumatici e altri rifiuti pericolosi, per poi rimetterli nel ciclo produttivo sottoforma di energia. In questo caso l’azienda funge da lavatrice di rifiuti, rendendo così il riciclo un’operazione virtuosa sotto tutti gli aspetti. Grazie a questa politica diventa anche possibile reinvestire nelle imprese che si occupano di recupero, mantenendo in Italia i soldi che invece finirebbero all’estero per l’acquisto di materie prime ed energia. Senza tralasciare nemmeno il fenomeno occupazionale, che in Italia offre 869 posti di lavoro in questo settore.
Uno dei problemi principali, come sempre in Italia, è però legato alla burocrazia (per non parlare delle barriere culturali), la quale rende farraginoso l’iter che porta la gomma recuperata dagli pneumatici di scarto ad essere riutilizzata in modo costruttivo. Pneus ha svolto un ruolo importante, o quantomeno simbolico, nel processo di bonifica delle aree della Terra dei Fuochi, recuperando 8.500 tonnellate di pneumatici tra le provincie di Napoli e Caserta.