Tanta paura, escoriazioni, disidratazione e fatica, ma alla fine le sette sub giapponesi (tra cui due istruttrici) sono state tratte in salvo. In realtà c’è un po’ di confusione, visto che alcuni organi di informazione riportano la notizia che sia tutte sopravvissute, mentre altri parlano di due donne ancora scomparse.
Probabilmente, come citano alcune fonti, le altre due disperse sono state trovate ma non sono raggiungibili a causa delle condizioni del mare. Vedremo a breve i nuovi sviluppi.
La storia è da film: il gruppo di esperte sub era partito alla volta di Crystal Bay, una destinazione molto popolare per le immersioni per la bellezza dei suoi coralli e della vita sottomarina; lo spot è anche famoso per le forti correnti e per questo consigliato solo a chi è particolarmente esperto. Visto che tutte le donne avevano oltre 50 immersioni loggate sul libretto, l’ipotesi più probabile è che siano state colte di sorpresa da una tempesta improvvisa (fenomeno confermato anche dallo skipper della barca che le accompagnava) e quindi trascinate in mare aperto per circa 20 Km. Tra qualche giorno avremo la versione ufficiale direttamente dalle protagoniste, ora sotto choc.
Il ritrovamento è avvenuto da parte di alcuni pescatori a largo di Nusa Penida, un’isoletta a sud est di Bali; inizialmente un elicottero ha gettato in mare viveri e bevande in attesa di poter intervenire per il recupero. Ora resta solo da scoprire il destino delle altre due donne, probabilmente salve ma non ancora al sicuro sulla terraferma.
Crystal Bay è una zona pericolosa, come ci ricorda il l’agosto 2012, anno in cui morirono in una settimana un uomo danese e una donna giapponese, entrambi molto esperti. A volte, forse, è proprio l’esperienza che provoca superficialità e sottostima delle condizioni avverse.