robin hood informatici a natale

Gli hacker informatici sono soliti avere la nomina di truffatori e ladri d’identità o beni virtuali. In alcuni casi, compiono sicuramente dei crimini, ma a scopo benefico, come accaduto durante queste feste di Natale. I pirati informatici in questione sono gli hacker di Anonymous, che si sono insediati nei server dell’agenzia statunitense Stratfor (Strategic Forecasting Inc) e hanno prelevato oltre 200 GB di dati sensibili appartenenti alle carte di credito di 4 mila utenti abbonati alla rivista Think Tank. La Stratfor si occupa di geopolitica e sicurezza, ma in questo caso il secondo punto forte dell’azienda non è stato affatto efficace. Tra tutti i conti corrente, è stata prelevata una cifra pari ad oltre un milione di euro, che gli hacker hanno girato per intero (sembra) ad alcune organizzazioni di beneficienza. Rubare ai ricchi per dare ai poveri?

In un mondo ingiusto, in cui la ricchezza è distribuita in modo del tutto inadeguato, i Robin Hood di Anonymous hanno violato la legge per una causa quantomeno giusta. Rubare è sbagliato, chiaro, ma almeno è stato aiutato chi aveva bisogno. Ad esempio ne hanno beneficiato i bambini meno abbienti, cui sono stati destinati 500 mila dollari circa per l’istruzione, tramite l’Ong Care. In questo caso diventa difficile e socialmente imbarazzante farsi risarcire da un’attività a scopo benefico. Riguardo gli autori del colpo, ci sono anche delle rivendicazioni esterne al gruppo di Anonymous, che avrebbero utilizzato il famoso nome per darsi notorietà; insomma, se gli hacker cominciassero a darsi battaglia a suon di beneficenza, potremmo dire che non tutti i mali vengono per nuocere. Certo, però, che al tempo stesso a nessuno farebbe piacere vedere ridotto il proprio conto e violati, seppur per buona causa, i dati della carta di credito.