Km: 221;
media oraria: 30,3
km/hDislivello in salita: 360
Tempo di percorrenza: 7,20
I brontolii dei tuoni che ci hanno fatto da sfondo sonoro durante la notte non potevano che annunciare un’alba triste e piovigginosa. E in effetti partiamo da Luntai sotto nuvole minacciose, un vento gelido e una temperatura di circa 15 gradi propria più delle montagne del Kirghizistan che del deserto in cui ci troviamo. Alla periferia dell’oasi la strada è bloccata dalla polizia. Sembra che durante la notte un’improvvisa alluvione ne abbia allagato un tratto rendendo impercorribile un ponte.Non c’è altra alternativa che effettuare una deviazione a sud di circa quaranta chilometri fino ad una stazione di estrazione di gas per poi ritornare verso Korla lungo una strada parallela. E’ quanto facciamo sotto una pioggia che, chilometro dopo chilometro, diventa sempre più gelida e battente. Dagli impianti di estrazione a Korla sono 170 chilometri di rettilineo nel deserto più totale, a fianco del tracciato di un gasdotto in costruzione che dovrebbe portare il prezioso gas dello Xinjiang fino alla lontana Sciangai. Riusciamo a trovare l’unico riparo per il pranzo sotto la tettoia di una monumentale stazione di servizio. Sono ormai le 13 e la temperatura non raggiunge i 23 gradi. L’acqua e il freddo sono comunque regali inaspettati rispetto al caldo torrido e alle bufere di sabbia dei primi giorni. Di pozzanghera in pozzanghera giungiamo a Korla nel primo pomeriggio tutti bagnati e infangati, con le facce che ricordano più quelle dei minatori di carbone all’uscita giornaliera dai pozzi che quella di ciclisti su strada. La traversata del deserto del Tarim è stata felicemente portata a termine. Da domani si sale verso nord per attraversare la catena del Tien Shan e raggiungere la depressione di Turpan.