[Giovedì 8 aprile] Ci svegliamo al suono del clacson del 330 “mensa” che la sera prima si era portato in avanscoperta sino al fiume, ricongiungendosi con noi questa mattina all’alba in modo da offrirci una gradita colazione.
Ripartiamo con la stessa condizione del giorno prima: fango e acquitrini. Procediamo a rilento in questa sorta di palude tropicale, riusciamo comunque a raggiungere il fiume. Ponti non ne esistono, si decide per il guado. L’acqua raggiunge il metro e mezzo, i Massif spariscono quasi completamente, ma se la cavano senza problemi con la sicurezza dei mezzi più grandi sulla riva. In breve completiamo il guado senza particolari problemi e riprendiamo, per così dire, la marcia.

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Seguono continui impantanamenti dovuti alle condizioni impossibili della pista che via via peggiora con pozze di fango d’argilla sempre più profonde e insidiose.
Nelle vicinanze di un villaggio si consuma uno dei momenti più difficili dal punto di vista tecnico della spedizione.
In un tratto leggermente in salita, ma pieno di fango, passa il primo Musone, il secondo si impantana ma si riesce a trainare fuori con il potente verricello. Quindi parte il Trakker che, nonostante il peso, se la cava solo con un piccolo aiuto dei verricelli. Infine, parte il Daily che quasi al culmine del tratto di salita si blocca trattenuto dal fango. Il tentativo di trainarlo si trasforma però in un bel problema: le forze in gioco sono grandi e la posizione non è delle migliori col mezzo ben affondato nel fango, così che durante il traino del verricello viene danneggiata una balestra anteriore del Daily.

Ormai è scesa la notte ma il lavoro di riparazione che vede impegnata anche la nostra guida locale Cristophe, della Ong Alba, continua. La balestra viene completamente smontata sul posto e rimontata al contrario, un pezzo danneggiato viene sostituito da una protesi in legno costruita appositamente. La collaborazione dei nostri meccanici coniugata all’arte dell’arrangiarsi locale si dimostra un connubio incredibilmente efficiente e quella che sembrava una situazione disperata diventa un modello di ingegneria meccanica.

Decidiamo poi di accamparci sul posto per concludere le operazioni col favore della luce.