siria amnesty international denuncia torture anche negli ospedaliSi parla molto spesso negli ultimi tempi ai tg e sui giornali delle tensioni in Siria ma purtroppo quello che vediamo o sentiamo è solo la punta dell’iceberg di quello che succede in questa nazione martoriata dai conflitti. Ci sono realtà che noi non potremmo neppure immaginare e che nella loro crudeltà ricordano le scene di film di guerra. Su questa ha posto l’accento Amnesty International, da anni impegnata per il rispetto dei diritti inviolabili dell’uomo in ogni angolo del mondo. Secondo questa fonte, il governo siriano infierisce sui feriti e i malati per sedare le rivolte.

La strategia governativa è quella di trasformare gli ospedali in luoghi di repressione: qui alcuni pazienti, ritenuti implicati in azioni di rivolta a favore della democrazia, o raccolti proprio in piazza a seguito degli scontri, vengono torturati e subiscono abusi da parte del personale del reparto corrotto (aiutato da forze di sicurezza inoltrate). Sono stati riportati casi simili in almeno 4 ospedali pubblici. Il fatto, come è evidente, è di primaria gravità e richiede un intervento tempestivo di enti internazionali. Amnesty International ha raccolto prove e testimonianze in un rapporto lungo 39 pagine: 39 pagine di una storia atroce che i tg spesso non raccontano. A dare l’allarme è Cilina Nasse responsabile di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa. Una delle conseguenze più dirette della diffusione di questo fenomeno è che i manifestanti, se possono, cercano di evitare il ricovero e le cure: secondo le stime fornite dai medici dell’ospedale nazionale di Homs ad Amnesty il numero delle ammissioni negli ospedali per ferite di armi da fuoco è diminuito drasticamente rispetto a maggio scorso, mentre decessi e feriti nella nazione sono aumentati. Anche le trasfusioni sono un problema: i medici degli ospedali privati sanno che le richieste di sangue vanno inoltrate alla banca centrale del sangue, controllata dal ministero della Difesa, ma questo per il paziente può significare torture o arresto.