Sabato scorso la regione nord occidentale dell’Iran è stata duramente investita da un terremoto di magnitudine elevata: due sono state le scosse disastrose, verificatesi a poca distanza l’una dall’altra e dalla rispettiva magnitudine di 6.3 e 6.4 gradi della scala Richter. Al momento il bilancio delle vittime è fermo a 306, mentre i feriti sono oltre 3.000.
Le unità di soccorso hanno sospeso le ricerche, poiché si ritiene che tutti i possibili superstiti siano stati tratti in salvo. La ricerca punta ora solo sui cadaveri delle vittime, anche se molti di quelli che mancano all’appello sono stati probabilmente seppelliti dai parenti con riti non ufficiali. La situazione è drammatica in alcuni piccoli paesi della zona montuosa di Varzeghan, Ahar e Heris, completamente rasi al suolo e isolati elettricamente.
Il governo iraniano, attraverso Hossein Ghadami, il responsabile dell’unità di crisi del Ministero dell’Interno, ha già comunicato che fornirà agli abitanti della regione un aiuto immediato per la ricostruzione delle case, visto che in ben 115 villaggi sono andate distrutte dal 40% al 60% delle abitazioni.
Il problema maggiore, al momento, è quello di pensare in fretta alla ricostruzione, perché l’inverno nella zona colpita dal terremoto è abitualmente molto rigido. Da Teheran arrivano anche le sovvenzioni per le famiglie: 20 milioni di rial (pari a circa 800 euro) saranno a fondo perduto e altri 120 milioni di rial (4.800 euro) con tassi di interesse molto bassi.