Il Myanmar è uno splendido angolo di paradiso nel sud-est asiatico, martoriato continuamente da calamità naturali e umane: ha infatti una dura dittatura militare, benché si presenti come Repubblica Presidenziale. Gli ultimi anni ha visto succedersi una serie di catastrofi naturali, dai cicloni (quello del 2008 causò oltre 140.000 vittime) ai terremoti, che hanno spazzato via interi villaggi e lasciato morte e distruzione.
Quindi, ormai, la notizia di un terremoto in Myanmar non attira più grande clamore mediatico. Nemmeno se la scossa ha fatto registrare una potenza pari a 6.8 gradi della scala Richter. Il movimento tellurico è stato avvertito anche in Thailandia, fino alla capitale Bangkok, dove però non ci sono stati danni.
In Myanmar è stata colpita la regione centro settentrionale, ma le notizie riguardo possibile danni e vittime sono molto frammentarie, poiché a riferirle è la tv di stato birmana; si parla comunque di alcune decine di morti, diversi feriti e molti edifici distrutti o danneggiati, tra i quali si contano anche alcune antiche pagode. È crollato anche un ponte in costruzione nella regione di Madalay, la più colpita assieme a quella di Sagaing. Nelle città più grandi non vengono riportati danni, e sembra che le zone maggiormente esposte alla forza distruttiva del terremoto, siano i piccoli villaggi intorno all’epicentro. Dopo la scossa principale, se ne sono registrare altre di notevole potenza, di poco sotto il sesto grado della scala Richter.
È preoccupante notare come, dopo il terrificante ciclone del 2008 e altri eventi catastrofici, il Myanmar non sia ancora assolutamente preparato a gestire simili situazione, sia dal punto di vista della prevenzione che dell’organizzazione dei soccorsi.