Il Timor Est sembra aver finalmente trovato la via verso una forma di governo stabile, con l’elezione del presidente Taur Matan Ruak, dopo il primo decennio di indipendenza ottenuta dall’Indonesia, nel 2002. Il Timor Est è dunque il Paese più giovane dell’Asia e si trova in una posizione molto importante: in territorio indonesiano, ma di fronte all’Australia.
Il Timor Est è uno dei Paesi più poveri del pianeta, con un conseguente tasso di disoccupazione molto elevato. L’obiettivo del nuovo governo è quello di portare stabilità e iniziare un percorso importante di ricostruzione. Matan Ruak gode di una vasta base di appoggio, grazie al 61% dei votanti che lo hanno scelto, contro il 38% che preferiva invece il rivale Francisco Guterres. Fatte le dovute promesse post elezioni, come quella di essere il presidente di tutti (per noi questa affermazione sfortunatamente non è nuova..), adesso arriva il momento di vedere cosa è in grado di fare. Come ha dichiarato il direttore di Jesuit Rfugees Service per l’area asiatica del Pacifico, Bernard Arputhasamy, adesso sono fondamentali passi in avanti nel campo dell’istruzione, delle infrastrutture, della sicurezza e soprattutto dell’alimentazione. Anche i Caschi Blu dell’Onu hanno lasciato il Timor Est dopo sei anni di attività di controllo, segno che i tempi sono maturi per poter iniziare una nuova stagione.