Tymoshenko accusata di complicità in omicidioYulia Timoshenko, l’ex premier ucraina detenuta per abuso di potere e costretta a scontare sette anni di carcere, è da tempo al centro dell’attenzione pubblica per i presunti maltrattamenti subiti in galera e per la battaglia che i suoi sostenitori stanno portando avanti per scagionarla dalle accuse. Ritengono, infatti, che l’attuale premier Viktor Yanukovych la voglia eliminare politicamente, e anche fisicamente, dopo averla sconfitta alle elezioni dello scorso anno. La Timoshenko, eroina della Rivoluzione Arancione del 2004, è ora accusata di complicità in omicidio del deputato Yevhen Shcherban, ucciso nel 1996.

Secondo il vice procuratore generale Renaty Kuzmin, i soldi per pagare i sicari sarebbero transitati sui conti intestati alla Timoshenko e all’allora capo dell’esecutivo Pavlo Lazarenko, ora detenuto negli Stati Uniti per frode. Sempre secondo Kuzmin, Shcherban sarebbe stato assassinato in quanto aveva denunciato presunte illegalità perpetrate dal duo Timoshenko-Lazarenko, nell’ambito di un affare che avrebbe dovuto portare le aziende dell’area di Donetsk ad acquistare il gas russo dalla compagnia UESU, di cui la Timoshenko era titolare. La situazione è quindi molto complessa e s’inserisce in un quadro, quello della politica ucraina, difficile da decifrare dall’esterno, anche a causa della continua manipolazione mediatica.

La 51nne Timoshenko, al momento sottoposta a cure per problemi di salute, derivanti dalle dure condizioni del carcere, è ritenuta da Kuzmin complice di oltre 20 omicidi compiuti, dal clan di Lazarenko, negli anni ’90 in Ucraina. L’immagine attuale della ex premier ha più volte fatto il giro del mondo, nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa i problemi che la sua reclusione le sta causando.