Mentre si pensa a realizzare abitazioni ecologiche e macchine ibride o elettriche, in pochi riflettono sull’importanza delle università. Oltre al fatto che sono edifici molto diffusi nel mondo e che raccolgono un numero elevato di persone, sono anche dei luoghi in cui i ragazzi imparano, studiano e si formano; per questo motivo, frequentare una università ecologica è fondamentale per la sensibilizzazione dei giovani.
Tra di esse spicca l’università di Durham, un’università britannica che ha ricevuto dopo la sua apertura, la certificazione BREEAM* excellent, grazie alla sua tecnologia e al suo rispetto per l’ambiente. L’edificio è costato 50 milioni ed è realizzato secondo gli ultimi dettami del design e del risparmio energetico.
Oltre alla presenza di pannelli solari termici e fotovoltaici, sono presenti diverse altre funzionalità che rendono la struttura pubblica di Durham il fiore all’occhiello della didattica inglese:
- innanzitutto l’isolamento del tetto, grazie al roof sedum, ovvero l’utilizzo della pianta sempreverde sedum, che presenta una elevata resistenza agli sbalzi termici e quindi contribuisce a mantenere costante la temperatura all’interno;
- il terriccio, inoltre, permette il recupero dell’acqua piovana, riducendo drasticamente la quantità che scende lungo le grondaie e quindi nelle fogne e per il quale è presente anche un sistema di filtraggio che rende l’acqua disponibile all’uso;
- la ventilazione naturale dell’impianto permette di far muovere l’aria fresca negli spazi e di controllare il clima e il livello di umidità;
- per gestire il caldo e il freddo, si utilizza una pompa di calore geotermica, che utilizza l’acqua che si trova nel terreno, o il terreno stesso, come fonte o dispersione di calore);
- per risparmiare sulle luci sono state realizzate grandi finestre nell’atrio e nei corridoi;
- nella mensa sono previsti dei piatti ecologici, da quelli vegetariani e vegani, a quelli a Km 0.
Unica nota stonata di questa università è che, ovviamente, ci costringe ad un paragone con la nostra realtà: rispetto agli standard ambientali, la prima università italiana è il Politecnico di Milano, che si pone al 75° posto nella classifica mondiale. Troppo poco.
*il BREEAM “stabilisce lo standard di bioedilizia di più alta qualità ed é diventato de facto il criterio di valutazione utilizzato per rappresentare la performance ambientale di un edificio” (fonte)