A Cuba è stata approvata una nuova legge che, comunque si voglia interpretarla, mantiene in ogni caso un carattere rivoluzionario. Dopo 50 anni i cubani potranno acquistare e vendere case tra privati. La legge, già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, sarà in vigore a partire da oggi 10 novembre e avrà validità per tutti i cittadini cubani e per gli stranieri con permesso di residenza permanente. Saranno dunque ammesse vendite, donazioni e scambi fra privati. Attualmente circa l’80% dei cittadini cubani sono proprietari dell’abitazione dove risiedono ma fino ad oggi le transazioni immobiliari erano soggette ad un complicato meccanismo di scambi.
D’altra parte è stato calcolato che la domanda di case ammonta a circa un milione di immobili (e la situazione è probabilmente ulteriormente peggiorata a causa degli uragani recenti). In assenza di leggi che autorizzassero le vendite, é cresciuta una vasta economia sommersa. Il granma, l’organo ufficiale del partito comunista, ha anticipato le direttive della normativa: sono state abolite in pratica le autorizzazioni che venivano richieste preventivamente. Ovviamente restano dei limiti: è possibile possedere una sola casa di residenza permanente e una in zone di riposo e di vacanza. La compravendita privata deve essere autorizzata da un notaio, dietro pagamento di un tributo (anche se non è specificato a quanto questo ammonti). L’obiettivo è quello di favorire una ridistribuzione volontaria delle case e di porre un freno al mercato in nero. E’ evidente che si tratta di un cambiamento dal potenziale rivoluzionario. L’iniziativa peraltro non è isolata ma rientra in un quadro più ampio di interventi tesi a liberalizzare il mercato e promossi dal presidente raul castro. Ad ottobre ad esempio è stato legalizzato per i cubani l’acquisto privato di automobili.