Km: 73
Media oraria: 19,3 km/h
Dislivello in salita: m 1405
Tempo di percorrenza: 3,45
E’ la tappa fondamentale della Ciclomaratona, la più impegnativa per quanto riguarda la quota, il percorso tutto su pessima strada sterrata e i problemi burocratici legati al passaggio della frontiera cinese. Il primo ostacolo è lo scavalcamento del passo Ak Beyit oltre il quale si scende al primo posto di controllo di frontiera, si attraversa un altopiano di pascoli senza confini e si risale al passo Tuz bel che dà accesso alla grande conca finale occupata dal lago Chatur Kol. La dogana kirghisa è ormai vicina, ma il lungo mezzacosta per raggiungerla a fianco del reticolato di confine sembra non finire mai a causa della continue forature. Alla fine se ne conteranno più di 15.Giungiamo alla dogana alle 12, proprio in tempo per espletare le formalità prima della sua chiusura, poi affrontiamo gli ultimi sette chilometri di sterrato che ci fanno salire ai 3754 metri del Passo Torugart. Il cippo cinese e la rete di confine ci annunciano la fine di quest’ultima fatica resa molto dura dalla rarefazione dell’aria. Grande commozione di tutti per il traguardo raggiunto, baci e abbracci come se avessimo scalato l’Everest. E in effetti il passo Torugart è il “tetto” del nostro viaggio, il frutto di una impresa organizzativa e sportiva al di fuori del comune. Festosa è anche l’accoglienza da parte della nostra nuova guida e dei soldati cinesi che alzano rossi striscioni inneggianti l’amicizia fra ciclisti italiani e cinesi. La discesa ci è vietata per motivi di sicurezza e per ragioni burocratiche, perché la dogana cinese posta 100 chilometri più a valle chiude alle 20 ore di Pechino (anche noi siamo costretti ad adeguarci spostando di due ore la lancetta dell’orologio e portando a sei le ore di differenza dall’Italia). Saliamo quindi tutti sui nostri due pulmini e su quello cinese che ci accompagnerà fino a Pechino e scendiamo ai 1300 metri dell’oasi di Kashgar dove giungiamo impolveratissimi, tra applausi e danze folcloristiche, alle ore 22. Ci attendono ora due giorni di sosta necessari per sistemare tutto l’equipaggiamento e prepararci alla grande traversata del deserto del Tarim.
La tappa by Daniela e Alberto Oggi 8 luglio 2005 alle ore 13 locali siamo arrivati al passo Torugart con una felice accoglienza da parte della Cina oltre alla gioia e alla commozione del gruppo. La tappa odierna è stata difficoltosa per le strade non asfaltate e per i tre passi che abbiamo valicato: il primo di 3200 metri, il secondo di 3570 e il terzo di 3780. Durante la tappa ci sono state ben 15 forature. Dall’uscita di Bishkek sono state tutte tappe di montagna con strade sterrate e con continui attacchi da parte di Franco cardinale, del rinato Segio Bianchi, in ottima forma, di Astice e Bordin con il gruppo sempre combattivo e con morale alto. Ora c’è solo Pechino.