energia eolicaLe energie rinnovabili sembra abbiano preso piede in Spagna, come dimostrano alcuni interessanti dati rilasciati dal gestore della rete elettrica (Red Electrica de Espana): l’aumentata produzione di energie prodotta dalle centrali eoliche e idroelettriche ha infatti permesso di ridurre le emissioni di gas serra del 23% nel 2013.

Per la prima volta nella storia, l’energia proveniente dall’eolico ha contribuito in gran parte al fabbisogno nazionale: le turbine a vento hanno infatti prodotto il 21,1% di elettricità, mentre le centrali nucleari il 21%. Uno scarto minimo ma importantissimo e significativo.

Il picco massimo di produzione, sempre secondo la compagnia elettrica, si è verificato il 6 febbraio, quando alle 3:49 pm sono stati raggiunti i 17,056 MW (il 2,5% in più rispetto al precedente record di aprile 2012). Un incremento nella capacità energetica del vento di 173 MW, combinata con l’aumento di capacità energetica fotovoltaico di 140 MW e solare termica di 300 MW, ha portato a fine anno il totale delle energie rinnovabili utilizzate pari al 49,1% del fabbisogno nazionale.

In contrasto sono ovviamente i dati che riguardano altre fonti di energia come il gas, il nucleare e il carbone, le cui produzioni sono scese, rispettivamente, del 34,2%, dell’8,3% e del 27,3%. La Spagna segue dunque a ruota il vicino Portogallo, che ha fatto registrare un utilizzo pari al 70% delle energie rinnovabili sul territorio durante i primi tre mesi dello scorso anno, grazie allo sfruttamento della forza del vento e dell’acqua. L’Italia è ancora molto indietro e dovrebbe cominciare a seguire l’esempio di Paesi che, come noi, necessitano di soluzioni importanti e innovative per uscire dalla crisi.