
Il discorso relativo agli abitanti non è poi così diverso rispetto ad un decennio fa, visto che i consumi sono ancora piuttosto bassi. I cinesi sono molto pragmatici e preferiscono risparmiare per eventuali spese mediche o per accumulare un gruzzoletto in vista della vecchiaia. Questi voucher dovrebbero incentivare agli acquisti, facendo perlomeno aumentare il numero di clienti nei centri commerciali.
Questa dei voucher non è un’idea affatto nuova, perché nel 2009, a fronte dell’inizio della crisi che ora stiamo ancora vivendo, il governo australiano (un Paese che sicuramente non se la passa male, con occupazione quasi piena e qualità della vita tra le migliori al mondo) aveva elargito, a chiunque avesse pagato almeno 3.000 dollari di tasse nel corso del precedente anno solare, un accredito di 900 dollari australiani. In questo caso ancora meglio, visto che i soldi potevano essere spesi dai beneficiari a loro piacimento.
Un’altra iniziativa interessante è stata presa in Slovenia, dove è stato aperto un vero e proprio negozio per poveri, che vende i prodotti alimentari di prima necessità e quelli di bellezza scontati del 70% a chi dimostra di avere un guadagno inferiore ai 500 euro mensili. Per evitare un circolo vizioso di rivendite dei prodotti a basso costo, è stato stabilito un limite di acquisto di 60 euro.