Una bevanda misteriosa, un distillato tipicamente europeo che viene prodotto in Africa: si tratta del Waragi, un gin ugandese, nonostante i quartieri generali della ditta di produzione, la East African Distilleries, abbia i suoi quartieri generali a Nairobi, in Kenya.
Il Waragi è stato prodotto a partire del 1965 e il suo nome deriva dal termine war gin, perché gli espatriati delle colonie britanniche, negli anni ’50 e ’60, lo bevevano prima di andare in battaglia, al fine di darsi più coraggio. Tuttavia, la sua prima apparizione risale a quando i soldati inglesi iniziarono ad avanzare all’interno dell’Africa Orientale, appoggiandosi a soldati nubiani i quali facevano uso del waragi per mantenere alto il morale; la bevanda divenne in seguito un drink molto conosciuto in Uganda, ma le autorità coloniali ne vietarono presto il consumo, creando leggi che esistono ancora oggi.
La base di un distillato come il Waragi può essere ottenuta in diversi modi, a seconda del tipo di ingrediente: in base alla coltivazione della regione dell’Uganda, infatti, la base del waragi varia dalla manioca alle banane, al miglio e allo zucchero di canna. I waragi più popolari, a parte quello che ha come marca “Uganda Waragi”, sono il Lira Lira e il Kasese. Il primo è ottenuto principalmente con farina di manioca e zucchero di canna, e prende il nome dalla città di Lira. Il Kasese prende sempre spunto dall’omonima città per il nome, ma utilizza come base la banana, caratterizzato da un sapore molto forte. In Uganda, oltre al waragi, sono molto diffuse anche le birre artigianali e altre bevande come il tonto, il mwenge, il muramba, il kweete e il musooli.