mariusAveva fatto il giro del mondo, negli ultimi giorni, la notizia che uno zoo di Copenhagen stava per abbattere una giraffa di 18 mesi, Marius, perché nata da una relazione tra consanguinei.

La comunità si era mossa con una petizione online per bloccare l’esecuzione e si erano fatti avanti anche altri zoo e privati (tra cui un milionario con un immenso giardino nella sua villa di Beverly Hills) per ospitare il piccolo Marius, strappandolo così alla morte. Ma tutto ciò non è servito, perché lo zoo danese ha mantenuto la sua linea politica volta al miglioramento delle specie e, quindi, ha considerato Marius un passo indietro. Inoltre, la giraffa è stata data in pasto ai leoni che vivono all’interno dello zoo.

La mobilitazione generale non ha di fatto scosso il direttore della struttura in cui viveva Marius, Bengt Holst, ben certo delle sue dichiarazioni: secondo lui, infatti, ci sono già troppe giraffe con gli stessi geni all’interno dei programmi di procreazione negli zoo d’Europa, e sarebbe meglio lasciare i posti liberi a specie con un maggiore appeal genetico. Lo staff dello zoo, ciliegina sulla torta, ha invitato i presenti, inclusa una scolaresca, a guardare l’autopsia di Marius: probabilmente non è stata la giornata più educativa per il gruppo di studenti intenti a filmare la cruenta scena sui propri telefonini.

Forse una giraffa frutto di consanguinei non rappresenterà un passaggio evolutivo della specie, ma sicuramente il comportamento dello zoo danese non può essere considerato un esempio di civiltà.