zuppa di pinne di squaloLa zuppa di pinne di squalo è uno dei piatti più ricercati nella cucina cinese (e del sud est asiatico) ed è conosciuto sin dalla dinastia Ming. A causa della sua prelibatezza e particolarità, esso viene offerto durante i banchetti di importanti cerimonie o in ristoranti di lusso. Ma tanta fama è accompagnata da un triste, ovvio fenomeno: la caccia agli squali.

Animalisti e ambientalisti hanno reso noto che la pesca non controllata degli squali sconvolge l’ecosistema marino, oltre ad essere crudele nei confronti degli stessi animali. Gli squali, dopo essere pescati, vengono privati della pinna e rigettati in mare (la loro carne è poco consumata), dove muoiono soffocati o uccisi da altri squali.

Questi esemplari, avendo assunto le caratteristiche di un mostro marino, perdendo quelle di pesce, a causa di film senza senso come Lo squalo, non smuovono nemmeno minimamente le coscienze dell’opinione pubblica. A nessuno importa dell’uccisione dei “cattivissimi” squali, mentre le conseguenze per l’ambiente sono davvero importanti.

Il massacro autorizzato si è accentuato negli ultimi tempi, con l’aumento del consumo della zuppa di pinna di squalo, soprattutto in Cina, dove è molto florido il mercato nero. La zuppa di pinne di squalo non dovrebbe essere un alimento vietato, ma il suo consumo rigorosamente regolamentato, così come avviene per le carni di selvaggina.

Dopo la doverosa parentesi, quindi, vediamo come si prepara questo piatto prelibato. Per prima cosa viene rimossa la pelle dalla pinna (vengono prese quelle cartilaginee del dorso e del petto), poi questa viene tagliata per dar vita a una forma dall’aspetto accattivante e infine viene essiccata, utilizzando a volte nel processo l’acqua ossigenata, perché garantisce un colore più invitante. L’essiccatura avviene secondo due modalità, cioè intera o affettata. La zuppa si prepara mettendo prima in ammollo in acqua bollente la pinna, per renderla più morbida, per circa due ore, cambiando tre o quattro volte l’acqua. Successivamente viene preparato un brodo di pollo, con zenzero, porro funghi e bambù, insaporito ulteriormente con salsa di soia, zucchero e sakè, nel quale vengono immerse le pinne tagliate a listarelle.